Amadeus-Rai, 'I soliti ignoti' passa al Nove
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Amadeus-Rai, ‘I soliti ignoti’ passa al Nove

Amadeus

L’addio alla Rai con tanto di “scippo”: Amadeus passerà al Nove e con lui si sposterà anche il programma ‘I soliti ignoti’.

Cambio di rete per Amadeus ma non solo. La Rai, oltre a dire addio al famoso conduttore di successo, si appresta a salutare anche una delle trasmissioni più vincenti del suo palinsesto televisivo, ovvero ‘I soliti ignoti‘. Pare, infatti, che il format sia stato acquistato dalla Warner Bros e a partire da settembre, oltre a cambiare rete passando sul Nove come il presentatore, cambierà anche nome: si chiamerà ‘Identity‘.

Bonus Natale 2024:
a chi spetta e cosa c'è da sapere

Amadeus
Amadeus

Amadeus e ‘I soliti ignoti’ sul Nove

Uno “scippo” in piena regola. La Rai, oltre a dire addio ad Amadeus che passeà dopo l’estate al Nove, si appresta a salutare anche il format di successo ‘I soliti ignoti‘ che sarebbe stato acquisito dalla Warner Bros, stando a Laura Carafoli, responsabile dei contenuti del gruppo statunitense per il Sud Europa, le cui parole sono state rilasciate a La Repubblica. Io noto gioco televisivo, dunque, dovrebbe passare dalla Rai al Nove, esattamente come il conduttore che sarà al timone proprio del programma che cambierà nome diventando ‘Identity’.

Il sindacato Usigrai non ci sta

Tale notizia ha scosso il sindacato dei giornalisti Usigrai che tramite una nota ha messo in evidenza alcune criticità: “Se Amadeus lascia la Rai e si porta via anche i format di successo, il problema per l’azienda non è di poco conto. In ballo ci sono contratti pubblicitari e pubblico che potrebbero insieme cambiare canale”.

Il comunicato è poi andato avanti: “Eppure a viale Mazzini fanno finta di niente e i vertici, vecchi e nuovi allo stesso tempo, si mostrano gaudenti di firmare nuovi contratti plurimilionari. Mentre dall’altra parte disdettano accordi sindacali o provano sottoscriverne di nuovi senza aver messo nel conto alcuna valutazione relativa a un piano industriale, del quale ancora non sono misurate le ricadute sull’organizzazione del lavoro e sui conti dell’azienda”.

Tra gli altri passaggi della nota, Usigrai ha manifestato anche la propria delusione e preoccupazione “sui tagli reali alle retribuzioni, azzeramento degli investimenti sulle news, riduzione degli organici, chiamate dirette di nuovi collaboratori esterni e una innaturale proliferazione di qualifiche ad personam che appare più spesso sganciata da qualsiasi ragionamento industriale e di prodotto”

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 4 Giugno 2024 11:57

Generali e Cattolica uniti a 4,5 milioni di imprese

nl pixel